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Italia-Croazia: pioggia di fumogeni, partita sospesa e arresti. Ma è un film già visto

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Quello che rimane del match di ieri tra Italia e Croazia valido per la qualificazione a Euro 2016, a parte il risultato, è l’immagine del settore ospiti dello stadio Meazza di San Siro.

Un settore “dato alle fiamme” dai tifosi croati che hanno lanciato decine e decine di fumogeni in campo. Ma non solo, perché fuori lo stadio la situazione è stata quasi più grave. Infatti molti ultras slavi si sono resi protagonisti di lancio di fumogeni e oggetti contro le Forze dell’Ordine ma anche contro gli steward.

 

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17 di questi, secondo l’Ansa, sono stati fermati e arrestati, uno è minorenne. A loro viene contestato, in particolare, il reato previsto dalla legge 401 dell’89 che punisce la “violenza o minaccia nei confronti degli addetti ai controlli dei luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive”, equiparati ai pubblici ufficiali. Inevitabili le sanzioni Uefa, anche perché la tifoseria croata è recidiva. La sconfitta a tavolino sembra esclusa dal fatto che l’arbitro Kuipers e l’ingresso della polizia nel settore caldo hanno fermato la tempesta di razzi che ha costretto allo stop di una decina di minuti, dopo quello breve nel primo tempo al gol di Perisic e per un altro paio di minuti poco prima del lungo stop.

Insomma, quello che è successo ieri sera a Milano non è stata una bella immagine di sport, una bella pagina di calcio (vista anche la prestazione degli Azzurri), né tanto meno un bel biglietto da visita per la sicurezza di San Siro.

Detto ciò non è da escludere una squalifica del campo croato, ma anche l’Italia rischia una sanzione. Questo proprio a causa dei problemi organizzativi: l’ingresso allo stadio di petardi ed eventuali lanciarazzi ricade nella responsabilità del paese ospitante. Appunto, come è possibile che ancora oggi riescano ad entrare allo stadio un numero così elevato di razzi e fumogeni come niente fosse?

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Non è normale, ma non è neanche la prima volta che accade in Italia. Ricordate Genova e Ivan il terribile? Quella volta, quattro anni fa, si giocava contro la Serbia, ma gli effetti furono gli stessi. Pioggia di fumogeni, sospensione della partita, arresti… un film già visto.

La cosa che sembra essere più grave del lancio di fumogeni e l’”attacco” alle Forze dell’Ordine però è l’accusa lanciata dal responsabile della sicurezza al seguito della Croazia secondo cui i 300 Bad blu boys Zagreb (appunti gli ultras croati) non facevano parte del contingente di circa 10.000 tifosi che avevano comprato il biglietto attraverso la federazione croata, bensì avrebbero acquistato i biglietti prestanome italiani.

Ed è questo che ha colpito di più Daniele De Rossi, che proprio ieri sera ha toccato le 100 presenze con la maglia della Nazionale, che in un’intervista a Sky Sport ha dichiarato: “A Roma quando dobbiamo dare un biglietto a madre, padre o sorella devi dare anche l’impronta digitale, gruppo sanguigno e quando arrivi allo stadio ti perquisiscono dalla testa ai piedi, com’è giusto che sia. Poi vedi che entra di tutto, mi spiegavano delle dinamiche croate. I tifosi della Croazia non tiravano nulla ci dicevano, non si sa da dove avevano preso il biglietto…insomma i giocatori della Croazia cercavano di discolparsi, ma non c’entrano nulla loro”.

Insomma, il problema potrebbe essere più grave e radicato di quanto possa sembrare.

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Dal canto loro i croati hanno tentato di salvare la faccia chiedendo scusa all’Italia prima e poi condannando pesantemente attraverso i quotidiani le azioni di quel gruppo di tifosi che ha scatenato tutto. In primis i giocatori (in campo) e il Ct Kovac hanno tentato di dare spiegazioni: “Ho già chiesto scusa all’Italia, ora la chiedo a tutti”, ha detto amaro il commissario tecnico croato. ”Questo non è calcio – ha continuato Kovac, che al momento dello stop è andato sotto il settore caldo a cercare di calmare con i gesti i tifosi – c’erano famiglie, c’erano bambini. Quelle persone hanno già fatto cose del genere, ma ora basta. Non rappresentano il popolo croato, che è pacifico e amichevole”. 

“Vergogna” hanno titolato invece i maggiori quotidiani perché i tifosi croati anche agli occhi dei croati stessi “sono di nuovo sembrati brutti, sporchi e barbari cattivi”, come ha scritto il Jutarnji list di Zagabria, arrivando addirittura a incolpare indirettamente gli hooligan del fatto che la nazionale croata non abbia vinto la sfida con gli azzurri.

Ma sia chiaro che anche questa volta la brutta figura non l’ha fatta soltanto la squadra ospite, anzi, negli stadi italiani sono anni che tolgono i tappi alle bottigliette d’acqua e gli accendini perquisendo e aprendo borse prima e dopo i tornelli, e non si capisce come questi soggetti riescano a farla franca… Poi è “normale” che accadano queste cose.

 


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